Nel periodo autunnale nelle valli del Delta del Po si possono ammirare i caldi colori della Salicornia veneta, una pianta erbacea perenne, commestibile, ricca di sali minerali e di vitamina C, che ama i terreni umidi e salmastri delle lagune e delle zone costiere. Verde brillante in primavera acquista una tonalità rossa in tarda estate e in autunno, periodo coincidente con la fioritura
Fioritura di Salicornia nella Sacca degli Scardovari in Comune di Porto Tolle (Ro). A sinistra, nella foto, un Chiurlo maggiore. (foto Maurizio Romio)
Fenicotteri rosa nella Sacca degli Scardovari, Porto Tolle, Delta del Po, Italy. Foto di Maurizio Romio
Il fenicottero rosa (Phoenicopterus ruber) è un trampoliere dell’ordine dei Ciconiformi, appartenente alla famiglia dei Fenicotteridi.
Può essere lungo oltre m 1,50 e il suo bel piumaggio è in gran parte bianco, con leggere sfumature rosa sul dorso e sulla coda; le penne copritrici delle ali e le ascellari sono rosse; invece le remiganti sono nere.
Presenta zampe molto lunghe, nude, di colore rosa così come le dita.
Luca sta osservando con il cannocchiale l’avifauna presente in quel momento nello specchio d’acqua difronte a noi quando, con felice sorpresa, scorge in lontananza, accanto ad un capanno per cacciatori, una spatola bianca, nome scientifico Platalea leucorodia, intenta a sondare con il becco il fondo acquitrinoso.
Il nome scientifico “Platalea leucorodia” deriva dal greco “platýs” cioè “largo e piatto“, riferito alla caratteristiche del suo becco; “Leucorodia” deriva dal termine greco “leukorhøidiós” cioè “airone bianco” e questo in quanto questi due uccelli, la spatola e l’airone bianco, ad eccezione del becco, presentano delle somiglianze come lo si può notare nella foto di seguito pubblicata che li ritrae assieme.
Io e Luca aspettiamo fiduciosi che l’esemplare di spatola si avvicini un po’ di più a noi per potergli scattare qualche foto.
Partiamo da questa premessa: fotografare gli uccelli in volo nel loro ambiente naturale potrebbe sembrare facile ma facile non è.
Alcuni sostengono che per un fotografo la fotografia naturalistica è la cosa più difficile a farsi. Per il momento è la cosa a cui piace dedicarmi.
Voglio partire dal passato, da quando negli anni ’70 ho iniziato a fotografare auto da rally.
I primi scatti alle auto da rally li ho fatti nel 1977 in occasione del Rally Campagnolo che si è corso sulle strade dell’entroterra della provincia di Vicenza e in quel caso ho usato una vecchia macchina fotografica a pozzetto che un amico mi aveva prestato.
Un’impresa per me riuscire a ricavare con questa tipologia di macchina fotografica qualche bel scatto fotografico delle auto in corsa.
Gru cenerine. Data scatto: 15 febbraio 2025. Località: Delta del Po, Italia. Fotocamera OM-1 Mark II+ OM System M.Zuiko 150-600 F5.0-6.3 IS, 328 mm, efov 657 mm, 1/500 sec, F6.3, ISO 320, no treppiede (Foto Maurizio Romio)Coppia di Gru cenerine. Data scatto: 15 febbraio 2025. Località: Delta del Po, Italia. Fotocamera OM-1 Mark II+ OM System M.Zuiko 150-600 F5.0-6.3 IS, 600mm, efov 1200 mm, 1/800 sec, F6.3, ISO 500, no treppiede (Foto Maurizio Romio)Gru cenerine nel Delta del Po. Data ripresa video: 15 febbraio 2025. Località: Delta del Po, Italia. Fotocamera OM-1 Mark II+ OM System M.Zuiko 150-600 F5.0-6.3 IS (Maurizio Romio)
Altri articoli pubblicati che riguardano le Gru cenerine
Stormo di Gru in volo sul Delta del Po. Porto Tolle, 05 02 2025. (Maurizio Romio)
Desideravo da tempo fotografare le Gru.
L’occasione che mi ha permesso di veder realizzata questa mia speranza è stato l’invito da parte di un amico ad un breve viaggio nel Delta del Po all’insegna del birdwatching.
Sapevo che riuscire a vedere e scattare qualche foto a questo grande uccello migratore, le Gru cenerine o eurasiatiche (Grus grus), libere in natura in quest’area, sarebbe stato un po’ difficile però, come si dice, “la speranza è l’ultima a morire” e, se si rimane a casa, magari nella nostra zona “confort”, le opportunità diminuiscono ulteriormente.
Due sono i periodi migratori delle Gru, quello invernale, di novembre e dicembre e quello primaverile, di febbraio e marzo.
In novembre, dicembre le Gru iniziano a migrare dai siti riproduttivi del nord Europa verso i luoghi più temperati della penisola Iberica, le coste del nord Africa e le aree del Medio Oriente. Il viaggio di ritorno, dai siti di svernamento ai siti riproduttivi, inizia invece verso febbraio marzo.
Ecco che allora io e il mio amico, anche lui appassionato di fotografia naturalistica, partiamo di buon mattino verso i luoghi del Delta del Po con la speranza di scattare alcune foto anche a qualche esemplare di Gru cenerina.
Giriamo in auto per le aree vallive intorno alla Sacca degli Scardovari in località di Porto Tolle ma delle Gru nessun segno.
Ci fermiamo presso l’Oasi di Ca’ Mello. Ci addentriamo nell’Oasi e scattiamo qualche foto.
Ad un certo punto il mio amico, più esperto di me nel riconoscimento degli animali, mi dice: “Maurizio, senti questo suono? È il canto delle Gru”.
Usciamo in campo aperto per vedere di localizzare visivamente le Gru.
Purtroppo non riusciamo a vederle e da lì a poco il loro canto si fa sempre più flebile fino a scomparire del tutto. Le Gru si erano allontanate.
Stiamo rientrando a piedi indirizzati al punto di parcheggio della nostra auto ed ecco che in lontananza, alzando lo sguardo al cielo, compare ai nostri occhi uno stormo di Gru costituito da circa una ventina di esemplari.
Sono emozionato.
Scatto qualche fotografia del loro passaggio.
E’ la prima volta che vedo le Gru. In questa occasione le ho viste in volo e non a terra ma ne sono ugualmente felice. Sono fiducioso che avrò ancora l’opportunità di vederle e ritrarre la loro sosta in questi luoghi suggestivi del Delta del Po.
Note: per le fotografie pubblicate ho utilizzato come corpo macchina una OM SYSTEM OM-1 MARK II e come lente il teleobiettivo OM System M.Zuiko ED 150–600mm f/5.0-6.3 IS Sync
“Rosa” ed “Alfredo” sono i nomi di fantasia di due esemplari di oche che spesso si possono incontrare nel laghetto dell’Oasi Selgea, una riserva naturale collocata al confine tra i tre comuni di Zugliano, Lugo di Vicenza e Fara Vicentino, in provincia di Vicenza.
Un amico di nome Luca, appassionato di fotografia naturalistica, condividendo la mia stessa passione, mi ha invitato a far visita a questa riserva naturale e così, una domenica mattina, assieme, ci rechiamo presso quest’area naturale per scattare qualche foto ai suoi abitanti.
Subito ad accoglierci è venuto “Piero”, un simpatico esemplare di scoiattolo rosso comune, nome scientifico Sciurus vulgaris, che ci osserva curioso dalla sommità di un ramo di un albero.
Scoiattolo rosso
Ecco che, mantenendo lo sguardo verso la cima degli alberi, si nota una coppia di airone cenerino, Ardea cinerea, intenta a preparare il nido che tra poco diventerà la culla dei loro pulcini.
Coppia di Airone cenerino intenta a preparare il nido
Si vede con quanta attenzione e amore il maschio di airone offra un piccolo ramoscello alla compagna per completare il loro nido. Nel caso di questa specie di volatili infatti il nido viene realizzato, già a partire dai primi giorni di febbraio, dalla femmina che intreccia i piccoli rami fornitogli dal maschio.