Welcome to the new Romio at Costabissara blog. Copyright Maurizio Romio – All Rights Reserved.
Elenco completo dei post pubblicati nel blog dal 2010
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Fotografare gli uccelli in controluce ci dà la possibilità di “giocare” con la luce e disegnare la loro silhouette.
Fotografare significa “disegnare, scrivere con la luce” , (dal greco phōs, luce, e graphé, disegno/scrittura).
Foto di Maurizio Romio ©. La foto è stata scattata in località Costabissara (Vicenza) nel mese di dicembre 2025. Per la realizzazione della fotografia ho utilizzato come corpo macchina una OM SYSTEM OM-1 MARK II e come lente il teleobiettivo OM System M.Zuiko ED 150–600mm f/5.0-6.3 IS Sync.
Il cervo nobile è un ungulato appartenente alla famiglia dei Cervidi.
Con il termine ungulato, dal latino ungulatum, “provvisto di unghie”, si comprendono gli animali che camminano sulle punte delle dita dotate di unghie, gli zoccoli. Altri ungulati che vivono in Italia allo stato selvatico sono ad esempio il capriolo, il camoscio, il daino, lo stambecco, il muflone.

Il cervo nobile viene chiamato anche cervo europeo e cervo reale. Il suo nome scientifico è Cervus elaphus.
Il termine “nobile” gli viene affiancato per il suo portamento maestoso, nobile e signorile.

I cervi hanno un corpo ben proporzionato e sono dotati di arti sottili ma robusti.
Hanno la testa di forma allungata e grandi orecchie.
I maschi portano sotto la gola una specie di collare.
I cervi hanno occhi molto vivaci e presentano pupille di forma ovale.


Sotto gli occhi si può notare un’incavatura della pelle che prosegue lungo il muso. Questo avvallamento mette in risalto il lacrimatoio attraverso il quale fuoriesce un liquido untuoso e odoroso. Questo liquido ha varie utilità: al maschio serve per marcare il territorio attraverso lo strofinamento del muso e il conseguente rilascio del liquido sulla corteccia degli alberi; alla madre e ai cuccioli questo liquido serve per il reciproco riconoscimento.
Una caratteristica dei maschi del cervo nobile sono le corna, chiamati palchi, delle quali le femmine ne sono sprovviste.

I palchi ogni anno, verso la fine di febbraio, cadono e nel giro di circa quattro mesi vengono interamente sostituiti dai nuovi.


Come riportato in precedenza ogni anno i palchi cadono e se ne formano di nuovi con l’aggiunta di nuove punte. Si ritiene che si possa calcolare l’età di un esemplare maschio di cervo nobile contando un anno di età per ogni punta del suo palco. Diciamo che da questo conteggio possiamo ricavare un dato solo molto approssimativo mentre per un’indicazione più precisa dell’età bisogna rifarsi ad altre caratteristiche, tipo il processo di crescita e sviluppo dei denti.
Il palco di un maschio di cervo nobile adulto può arrivare e superare le 18 punte, il metro di lunghezza e i 10 kg di peso.

Le femmine dei cervi vivono in branchi guidati da una femmina capobranco.
I maschi adulti sono per lo più solitari e si uniscono ai branchi di femmine solamente nel periodo riproduttivo, verso settembre ottobre.
In questo periodo si può udire il forte suono, il bramito, emesso dal maschio con una duplice funzione: quella di richiamo sessuale nei confronti delle femmine e quella di dissuasione nei confronti degli altri maschi contendenti. Fare la voce grossa in questo caso riveste un’importanza fondamentale al fine di garantirsi la trasmissione dei propri geni.
Se nella competizione sessuale tra maschi la voce “grossa”, il bramito, non determinerà il vincitore ecco che allora i contendenti maschi faranno ricorso al combattimento fisico con l’uso dei palchi come arma contundente o di dissuasione. Esibire dei palchi molto estesi può indurre il rivale a desistere dal combattimento.
Le nascite si concentrano nei mesi di maggio e giugno.
Il giovane cervo viene svezzato tra i 6 e i 9 mesi di età, tra novembre e febbraio.
Il cerbiatto ha, nei primi 5-6 mesi di vita, un manto a fondo rossastro con macchie bianche che lo aiuta a mimetizzarsi.


Il cervo è un erbivoro e dal punto di vista nutrizionale ha una buona capacità di adattamento a seconda delle stagioni e della disponibilità di cibo.
Predilige i boschi di conifere o di latifoglie e le radure a essi adiacenti.
In primavera ed estate si nutre del foraggio dei pascoli, di frutti selvatici e di gemme.
In autunno e in inverno si nutre di erba secca e di corteccia.
Per far fronte ai rigori della stagione fredda in inverno il cervo modifica il suo metabolismo rallentando i battiti cardiaci e il movimento fisico. La temperatura corporea diminuisce così come le dimensioni dell’apparato digestivo.
Un cervo nobile maschio adulto può raggiungere un’altezza al garrese di circa 1,50 m e può superare i 200 chilogrammi.
I cervi nobili liberi in natura possono arrivare a 17-18 anni di età.
Foto di Maurizio Romio ©. Le foto sono state scattate in Trentino-Alto Adige nel mese di dicembre 2025. Per la realizzazione delle fotografie ho utilizzato come corpo macchina una OM SYSTEM OM-1 MARK II e come lente il teleobiettivo OM System M.Zuiko ED 150–600mm f/5.0-6.3 IS Sync.


Cometa C/2025 A6 (Lemmon)
Dati ripresa.
Data: 07 novembre 2025 ore 20.47
Località dello scatto: Montepulgo nel Comune di Cornedo Vicentino in provincia di Vicenza
Macchina fotografica: OM System OM-1 Mark II
Lente: M.Zuiko Digital ED 40-150mm F2.8 PRO
Scatto: Lunghezza focale: 142.0 mm; tempo di esposizione otturatore: 5.0 sec.; diaframma: F2.8; sensibilità ISO 4000; treppiede.
(Leggi questo post in Italiano)
Vallarsa is an Italian municipality in the autonomous province of Trento in Trentino-Alto Adige. In this area, especially in winter, it’s common to encounter chamois in the woods or pastures.
The chamois is a herd-living ungulate belonging to the group of ruminant herbivores.
Main characteristics: smooth horns, close together at the base, curved backward into a hook at the upper end; it is beardless, and its coat color varies with the season: in summer it is hazel-gray, while in winter it is dark brown, sometimes almost black, except for the head, neck, and buttocks, where it is whitish.
In summer, the chamois usualy lives in the high mountains, while in winter, it often goes downstream.
It feeds on leaves, buds, berries, bark, pine needles, lichens, and small herbs.
(Leggi questo post in Inglese)
Vallarsa è un Comune italiano della provincia autonoma di Trento in Trentino-Alto Adige. In questa località, in particolare nel periodo invernale, è facile incontrare, nei boschi o nei pascoli, il camoscio.

Il camoscio è un ungulato che vive in branchi e appartiene al gruppo degli erbivori ruminanti.
Caratteristiche principali: corna lisce, ravvicinate alla base, nella parte superiore curvate all’indietro ad uncino; è privo di barba e il colore del suo mantello varia con la stagione: in estate è grigio-nocciola mentre d’inverno è bruno scuro, a volte quasi nero, esclusa la parte della testa, del collo e delle natiche dov’è biancastro.
D’estate il camoscio vive in alta montagna mentre d’inverno, per trovare nutrimento, scende più a valle.

Si alimenta di foglie, gemme, bacche, cortecce, aghi di pino, licheni e piccole erbe.





Foto di Maurizio Romio ©. Per la realizzazione delle fotografie ho utilizzato come corpo macchina una OM SYSTEM OM-1 MARK II e come lente il teleobiettivo OM System M.Zuiko ED 150–600mm f/5.0-6.3 IS Sync.
Nel periodo autunnale nelle valli del Delta del Po si possono ammirare i caldi colori della Salicornia veneta, una pianta erbacea perenne, commestibile, ricca di sali minerali e di vitamina C, che ama i terreni umidi e salmastri delle lagune e delle zone costiere. Verde brillante in primavera acquista una tonalità rossa in tarda estate e in autunno, periodo coincidente con la fioritura


Il fenicottero rosa (Phoenicopterus ruber) è un trampoliere dell’ordine dei Ciconiformi, appartenente alla famiglia dei Fenicotteridi.
Può essere lungo oltre m 1,50 e il suo bel piumaggio è in gran parte bianco, con leggere sfumature rosa sul dorso e sulla coda; le penne copritrici delle ali e le ascellari sono rosse; invece le remiganti sono nere.




Presenta zampe molto lunghe, nude, di colore rosa così come le dita.
Leggi tutto “Il Fenicottero rosa. E’ possibile ammirarlo nella Sacca degli Scardovari, Delta del Po (Italy)”